Il faggio è una specie arborea forestale che vive tra gli 800 e i 2000 m, ma siamo sicuri che sia sempre stato così?
Un articolo di recente pubblicazione sulla rivista scientifica “Science of The Total Environment”, dal titolo “Shedding light on the effects of climate and anthropogenic pressures on the disappearance of Fagus sylvatica in the Italian lowlands: evidence from archaeo-anthracology and spatial analyses”, mostra come il faggio, in passato, occupasse una superficie molto più estesa rispetto a quella attuale.
Lo spostamento di questa specie verso altitudini più elevate e la sua scomparsa dalle zone di pianura poste sotto i 300 m di quota sarebbero dovuti alla combinazione di diversi fattori come l’attività antropica e i cambiamenti climatici.
A presentare i risultati del lavoro, condotto secondo un approccio multidisciplinare che ha visto il coinvolgimento di archeobotanici, esperti di analisi spaziale ed ecologi forestali, saranno l’ecologo Luciano Bosso e l’archeobotanico Mauro Buonincontri, tra gli autori del paper.
Verranno riconosciuti crediti formativi per iscritti CONAF.
Per informazioni e rilascio di attestati di partecipazione: Dott.ssa Tatiana Marras (tatianamarras@unitus.it).
Link Zoom: https://unitus.zoom.us/j/89983628885